La BMW Z1 (1989) inizialmente non doveva nemmeno essere prodotta in serie, piuttosto era una specie di laboratorio per sperimentare nuovi procedimenti di fabbricazione e la sigla 'Z' stava per Zukunft, cioè futuro. Poi il progetto si fece realtà. La caratterizza la monoscocca in lamiera d'acciaio stampata che, dopo essere stata saldata, veniva zincata a caldo tramite immersione nel metallo fuso. Alla monoscocca veniva poi imbullonato e incollato il pianale. La carrozzeria, senza funzione portante era composta di pannelli di plastiche differenti, avvitati alla scocca.. Ma elemento distintivo di questa roadster sono le portiere, che scorrono in verticale grazie ad un meccanismo elettromeccanico e che rientrano assieme ai cristalli nei longheroni laterali. Questa soluzione consente, fatto unico, di viaggiare a portiere abbassate e di 'sentire da vicino il fondo stradale, ma in tutta sicurezza, protetti dalla prodonda fiancata. La capote è in tela monostrato, manovrabile con facilità e sporvvista di automatismo elettrico. La Z1 riprende la meccanica della '325i' con motore arretrato di 300 mm rispetto alla berlina. |
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